ESG Governance: l’importanza per le imprese

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ESG Governance: l’importanza per le imprese

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LA PAROLA A GIORDANO MANCINI
Direttore tecnico di UNI-COnsulting srl

GiordanoMancini
Giordano Mancini è innovation manager per l’innovazione green e direttore tecnico di UNI-COnsulting srl, azienda di Bologna attiva nella fornitura di servizi in ambito ESG; è da anni impegnato nella diffusione della cultura della sostenibilità nelle imprese, con particolare riferimento all’innovazione frugale e alla biomimesi, avendo come bussola la ricerca di soluzioni tecnologiche e organizzative con “capacità di futuro”.

Uno dei pilastri dell’ESG: prosperity ed i fattori di «governance»

I numerosi aspetti che sostanziano il termine «sostenibilità» sono stati definiti nell’Agenda ONU 2023, sottoscritta nel 2015 da ben 193 nazioni. L’Agenda richiama i governi e le popolazioni ad impegnarsi in uno sforzo corale per conseguire 17 obiettivi per la sostenibilità, i quali abbracciano diversi ambiti, dalla lotta alla fame e alla povertà alle cure e all’istruzione per tutti, da una riduzione dell’impatto ambientale all’economia circolare e all’uso di energia da fonti rinnovabili, passando per la tutela degli ambienti marini e terrestri. I 17 obiettivi sono sostanziati da 169 target operativi e vengono spesso sintetizzati con le “3P” di Planet, People e Prosperity. Le aziende di ogni parte del mondo sono chiamate a contribuire all’impegno per la sostenibilità, sulla base degli obiettivi e dei target applicabili.

Si tratta di un’Agenda lungi dall’essere perfetta, frutto di una lunga mediazione tra nazioni e interessi sovranazionali, ma ha il vantaggio di portare ad un linguaggio condiviso da quasi tutte le nazioni del mondo… almeno finora, prima dello scoppio delle recenti guerre e dei cambiamenti geopolitici in corso! In ogni caso, rappresenta certamente una buona base di lavoro ed è il riferimento per le norme europee e nazionali e non solo.

L’acronimo di Environment, Social e Governance, «ESG», sintetizza i 17 obiettivi per la sostenibilità dell’Agenda Onu 2030 e prende in considerazione l’impatto ambientale, quello sociale e le modalità di governo e gestione delle aziende. È diventato un riferimento internazionale per la sostenibilità nelle imprese ed è la base di ogni tipo di rendicontazione.

Per sapere di più su cosa possono fare le aziende e perchè conviene farlo, ti invitiamo a leggere questo articolo.

Vediamo qui di seguito, invece, quali sono, in sintesi, i principali aspetti che vengono considerati in ambito ESG per la parte Governance.

ESG Governance: cosa significa

In «Governance» si considerano le responsabilità dell’impresa, in particolare nei seguenti ambiti:

  • Tipologia ed efficacia del governo aziendale, anche in termini di presenza femminile nel CDA e nel top management.

  • «Compliance» generale, ovvero il rispetto puntuale di ogni legge e regolamento applicabile in azienda.

  • Presenza o meno di codici etici e di procedure anti corruzione.

  • Presenza e applicazione di organizzazione e di “adeguati assetti” secondo, ad esempio, il D. Lgs. 231/2001.

  • Presenza o meno di uno staff o di una persona responsabile per la sostenibilità in azienda.

  • Presenza e accuratezza di un’analisi dei rischi, espressa in forma dinamica e continuativa e non episodica.

  • Attenzione alla business continuity, con programmi di prevenzione a livello di security, cyber security, accantonamenti, assicurazioni, ecc.

  • Attenzione e abitudine alla trasparenza e alla rendicontazione.

Come si può desumere dall’elenco, che può comunque essere integrato con altri elementi, l’area Governance comprende tutte quelle cose, strumenti, persone, metodi, ecc. che danno sicurezza, trasparenza e confidenza nell’ambito del governo di un’azienda.

Le imprese sono fatte da persone, con le loro convinzioni, pulsioni, emozioni, limiti, cultura, egoismi, ecc. e quelle che sono al vertice non fanno certo eccezione. Però quello che fanno loro ha un riverbero molto maggiore, a causa della loro posizione, sui destini e sul comportamento dell’azienda stessa, ma anche dei dipendenti, dei clienti, dei fornitori e di ogni altro stake holder coinvolto.

Perché è importante per le imprese parlare di ESG Governance

Per le ragioni accennate sopra, per il grande impatto che ha quest’area sul business e sulla sostenibilità in termini globali, ogni azienda avrebbe tutto l’interesse ad usare ogni strumento possibile per migliorare la gestione della propria governance.

Richiamando l’elenco di cui sopra, vediamo punto per punto perché è così importante curare al meglio la gestione della governance aziendale:

  • Tipologia ed efficacia del governo aziendale, anche in termini di presenza femminile nel CDA e nel top management
    Qualunque sia la dimensione e la tipologia di governo dell’azienda, che si tratti di una conduzione famigliare piuttosto che di una proprietà diffusa, che vi sia un numeroso CDA, piuttosto che un amministratore unico, è di primaria importanza che le persone con responsabilità abbiano le competenze necessarie allo svolgimento del loro compito e siano libere di esercitare il loro ruolo nelle migliori condizioni.
    Quindi che siano formate e in un contesto di adeguata delega e monitoraggio nel raggiungimento degli obiettivi assegnati.
    Si parla di competenze e regole di conduzione, perché si dà per scontato che le persone siano nella posizione che ricoprono perché hanno le caratteristiche umane necessarie a svolgere un ruolo che implica responsabilità e governo di altre persone.
    Può sembrare una cosa ovvia, ma nella realtà non sempre è così, sia per le competenze, che per le caratteristiche, idem per le regole di governo. A questo si aggiunge il fatto che in certe aziende c’è il famoso “soffitto di cristallo” che impedisce alle donne di raggiungere le posizioni apicali che meriterebbero. A parte i discorsi etici sulla parità di genere che non ci sembra neanche il caso di discutere, ci sono oramai montagne di studi e pubblicazioni che dimostrano che avere delle donne al vertice delle aziende porta a migliori performance.
    Quindi, se non vi sono spinte etiche, si può sempre far riferimento a quelle economiche: togliere il soffitto di cristallo … conviene!

 

  • «Compliance» generale, ovvero il rispetto puntuale di ogni legge e regolamento applicabile in azienda
    Per questo punto non c’è molto da dire, perché è ovvio: il rispetto delle leggi viene prima di ogni azione di miglioramento volontario.
    Accade però che a volte l’azienda non è cosciente di avere qualcosa da sistemare, situazione non rara in un contesto nazionale ed europeo che non brilla in termini di semplicità e chiarezza del quadro normativo. Quindi meglio curare anche questo aspetto.

 

  • Presenza o meno di codici etici e di procedure anti corruzione
    Avere in azienda un codice etico e, meglio ancora, delle procedure contro la corruzione, è diventato molto importante.
    In Italia si dice che chi lavora è una brava persona, chi lavora al massimo sbaglia, ma non delinque. Diamo pure per assodato che sia vero, ma c’è anche un altro proverbio che dice che “l’occasione fa l’uomo ladro”.
    Per questo stabilire delle regole chiare, togliendo ogni spazio di ambiguità, mentre si mettono in atto strumenti di prevenzione, basati su procedure chiare, condivisione delle informazioni e dei passaggi, che generano trasparenza, è davvero molto importante.
    Inibire le occasioni di comportamento scorretto, oltre a tutelare gli interessi e la reputazione dell’azienda, aiuta molto chi si trova nel ruolo in cui avrebbe la libertà, o la possibilità, di comportarsi male.
    Continuando con i proverbi, dato che in qualche modo il comportamento non etico deruba o danneggia qualcuno, la reazione è inevitabile, quindi “il crimine non paga”. Meglio proteggere le persone anche dalle loro debolezze, allo stesso modo con cui si danno elmetti e scarpe anti infortunio a chi fa lavori pericolosi.

 

  • Presenza e applicazione di organizzazione e di “adeguati assetti” secondo, ad esempio, il D. Lgs. 231/2001
    Questo punto è davvero troppo complesso e articolato per poterlo sviluppare in poche righe, ma il cuore del concetto di “adeguati assetti” è quello di aver dotato l’azienda di tutti quegli strumenti di prevenzione e attenzioni che permettono di dire all’imprenditore, o al manager, che non avrebbe potuto fare meglio di così.
    Che si è preoccupato di tutto quello che è necessario in ogni ambito nel quale ha responsabilità dirette, anche civili e/o penali. Questa condizione, oltre alla sicurezza a 360 gradi per l’azienda, che da questo punto di vista si trova ad essere molto meglio organizzata di quella che invece non dispone dei medesimi strumenti, garantisce a chi è responsabile di dormire sonni tranquilli, perché non sarà perseguibile penalmente dove ha fatto tutto ciò che era in suo potere e può dimostrarlo documentalmente.

 

  • Presenza o meno di uno staff o di una persona responsabile per la sostenibilità in azienda
    Da consulente, quando visito una nuova azienda per attività inerenti la sostenibilità, la prima cosa che osservo è la presenza o meno di un responsabile o di uno staff che si occupa di sostenibilità. Se questo importante ruolo non è ancora coperto da nessuno, mi faccio subito un’idea dell’importanza (molto bassa) che l’azienda ha dato, fino a questo momento, alla sostenibilità.
    Questo anche se sul sito aziendale e nel company profile non si parla d’altro ed è tutto un florilegio di foglioline verdi e di comunicazione ammiccante verso i tempi dell’ambiente.
    La sostenibilità in azienda, declinata secondo i temi ESG, è qualcosa di articolato e complesso da seguire, impatta su ogni area e reparto, coinvolge molti responsabili e manager e un coordinamento è, semplicemente, indispensabile.
    Non si porta avanti con successo una strategia per la sostenibilità e non si rendiconta quello che si fa, magari tramite un bilancio di sostenibilità, senza aver allocato le necessarie risorse umane dedicate a tali attività.

 

  • Presenza e accuratezza di un’analisi dei rischi, espressa in forma dinamica e continuativa e non episodica
    Altro tema molto importante è quello della prevenzione dei rischi i quali, per essere affrontati, come meglio descritto nel punto successivo, devono essere noti, conosciuti, individuati. Senza un’accurata analisi dei rischi periodica, è impossibile non essere colti di sorpresa da qualcosa di inaspettato. Certo, il «cigno nero» purtroppo può sempre capitare e il Covid ne è un esempio recente, ma questo non esime l’azienda dal minimizzare ogni genere di imprevisto.
    Tra l’altro, l’analisi dei rischi è un grande aiuto per la predisposizione delle strategie aziendali e aiuta a pensare in maniera diversa.
    Le strategie «risk based» sono certamente tra quelle più efficaci.

 

  • Attenzione alla business continuity, con programmi di prevenzione a livello di security, cyber security, accantonamenti, assicurazioni, ecc.
    La continuità del business è un fattore fondamentale per l’azienda e uno dei pilastri della sostenibilità. Dato che quest’ultima viene spesso sintetizzata con le “3P” di Planet, People e Prosperity, è abbastanza chiaro che se l’azienda non è in grado di garantire la sua “prosperity”, che potremmo anche chiamare “profit”, visto l’ambito specifico, come fa a contribuire alle altre due “P”?
    Quest’area della governance è particolarmente importante e sensibile per tutti gli stake holders, perché è evidente che, qualunque minaccia, esterna o interna, sia in grado di mettere a rischio la business continuity dell’azienda, li va a danneggiare.
    Che sia un attacco cyber che ruba dati o richiede riscatti, un costo imprevisto dovuto a danni causati da prodotti malfunzionanti, un incendio, ecc., è evidente che i dipendenti rischiano di restare senza lavoro o di non essere pagati, idem i fornitori, i clienti non ricevono i prodotti o i servizi concordati, la comunità locale ha un qualche danno e via così. Quindi l’accoppiata dell’analisi dei rischi e dell’attuazione di strumenti di prevenzione per la business continuity, è di grande importanza per l’azienda, per i suoi interessi e per chi lavora o fa affari con essa.

 

  • Attenzione e abitudine alla trasparenza e alla rendicontazione
    Questo tema è, a volte, piuttosto delicato in Italia per ragioni specialmente culturali. Spesso si confonde la riservatezza, fondamentale e importante, con la chiusura e l’opacità.
    “Non voler far sapere i fatti propri” per un’azienda non è la stessa cosa che per una famiglia, non a caso i bilanci familiari non vengono resi pubblici.
    È comunque abbastanza ovvio e chiaro ai più, che dove gira molto denaro e dove molti soggetti sono coinvolti, la trasparenza dal punto di vista economico è fondamentale.
    Meno ovvio il fatto di rendicontare quello che si fa per il personale, per il territorio, per ridurre l’impatto ambientale dei processi e dei prodotti e molto altro ancora. Questo tipo di trasparenza non è ancora così diffuso, specialmente in termini culturali, e va diffuso. Capita che ci sono aziende che fanno importanti interventi filantropici sul territorio, ma non lo fanno sapere. Quando chiedi all’imprenditore perché non ha trasmesso l’informazione durante un assessment per un rating di sostenibilità, magari per una banca, ti risponde: “il bene si fa, ma non si dice!” Certo questo è moralmente molto sano, ma in tempi di rating ESG occorre trovare il modo di dire, con la necessaria eleganza, anche quello che si è abituati a tacere, salvaguardando ovviamente la riservatezza e la privacy dei soggetti coinvolti.

ESG Governance: conclusioni

Come abbiamo visto in precedenza, i temi della governance sono molto importanti e interessanti per ogni azienda che si cimenta con i temi ESG.
L’impegno è tanto, la complessità non manca, ma anche i vantaggi sono davvero molti!

  • Il primo è il prestigio dell’azienda, che si aggiunge a quello che certamente ha già, grazie al nome che si è fatta sui mercati e alla qualità dei suoi prodotti o servizi. Adesso spesso tale «prestigio aggiuntivo» si declina in termini di valutazione e rating da parte di clienti, banche ed enti pubblici, quindi ha un grande valore.

 

  • Il secondo è dato dall’aumentato valore dell’azienda, perché un’azienda ben governata, che si comporta eticamente e non discrimina le donne ai vertici, che ha regole e strumenti di comportamento etico, che gestisce la business continuity, che è trasparente, ecc., chiaramente è un’azienda che sul mercato vale di più.

 

  • Il terzo vantaggio direi che è impagabile, ed è la serenità di aver fatto tutto il possibile, che questo sia sostanziato da fatti e documenti e che di essere quindi al sicuro, come proprietario, imprenditore, manager, ecc. dal rischio di finire per qualche motivo in tribunale, a causa dell’azienda.

 

  • Infine, tutto quanto elencato sopra, adeguatamente comunicato, ha un importante valenza in termini di immagine aziendale e di marketing.

 

Quindi, se non ci si è già attivati o solo in parte, conviene a ogni imprenditore e manager di impegnarsi sui temi della governance, investendo il proprio tempo per comprenderli a fondo e per passare all’azione.

Con l’intento di promuovere la cultura su questi temi, lo Studio Filipozzi Dalla Torre, in partnership con BCC Pordenonese e Monsile, sta organizzando un ciclo di eventi dal tema «Sostenibilità dell’impresa»: il secondo appuntamento spazierà dall’analisi della sostenibilità aziendale alla prevenzione della crisi