TFR IN BUSTA PAGA (Quir) – UNA RARITA’

TFR IN BUSTA PAGA (Quir) – UNA RARITA’

tfr

 

Sintesi delle particolarità della normativa, per orientare lavoratore su procedure e tempi.

 

Cosa significa Quir?

La Quota integrativa della retribuzione è equivalente al trattamento di fine rapporto che matura ogni mese a favore del lavoratore al netto del contributo dello 0,50%.

Questa Quota possono richiederla i lavoratori dipendenti del settore privato che vantano un’anzianità aziendale di almeno 6 mesi presso il medesimo datore di lavoro e deve intendersi continuativa. Non possono richiederla i lavoratori agricoli (operai e impiegati) e lavoratori domestici, i lavoratori il cui Tfr è accantonato presso terzi, i dipendenti da aziende in procedure concorsuali, i dipendenti di datori che hanno sottoscritto un accordo di ristrutturazione dei debiti, i dipendenti da azienda in cigs …

Il Periodo interessato va da maggio 2015 a giugno 2018 e le modalità di accesso si attuano mediante compilazione di un modulo Ministeriale – QUIR link al modulo

La decisione da parte del dipendente è irrevocabile e quindi vincola il lavoratore sino a giugno 2018.

Trattamento fiscale e previdenziale
-La Quir è assoggettata a tassazione ordinaria e concorre alla formazione del reddito complessivo.

-E’ esente ai fini contributivi alla pari del TFR.

-Non concorre alla determinazione del reddito complessivo ai fini dell’attribuzione del bonus 80 euro.

Considerazioni
Lo scarso successo della Quir è dovuto soprattutto al trattamento fiscale della Quota che, per la maggior parte dei casi, risulta sconveniente rispetto al trattamento fiscale del TFR. Il TFR, come sappiamo, sconta una aliquota fiscale separata e media, frutto di un calcolo basato sui redditi del lavoratore, ciò significa che è conveniente pagare un’aliquota media rispetto a quella marginale del reddito annuo.

Non è solo il trattamento fiscale della Quota che fa propendere il lavoratore a lasciare il proprio TFR dove sta, ma anche il fatto che questa Quota, una volta riconosciuta, farà aumentare il reddito complessivo, anche se non in modo rilevante, e questo aumento avrà conseguenze sull’importo degli assegni al nucleo familiare o su altre agevolazioni socio – sanitare che si basano sul valore reddituale dei soggetti.

Ci sono comunque casistiche sulle quali sarebbe bene fare delle riflessioni di convenienza:

-Lavoratori con redditi bassi o medio bassi, che non pagano imposte Irpef per effetto di detrazioni fiscali di vario genere; questi soggetti non pagherebbero imposte nemmeno sulla quota del TFR.

-Lavoratori che, reduci da precedenti sfortunate situazioni di fallimento del datore di lavoro, preferiscono ricevere correntemente il TFR anziché attenderne la liquidazione del dovuto, comunque garantita dall’INPS, ma solo in seguito a lunghe e costose procedure di riscossione. Purtroppo per costoro al momento la liquidazione della Quota si fermerà al mese di giugno 2018 salvo proroga non prevedibile.

Oderzo lì 19/09/2016

Giulio Filipozzi