
20 Gen LEGGE DI BILANCIO 2025: NOVITÀ IN TEMA DI TASSAZIONE DEI REDDITI DA LAVORO DIPENDENTE

Legge di Bilancio 2025
NOVITÀ IN TEMA DI TASSAZIONE DEI REDDITI DA LAVORO DIPENDENTE
Quali sono le principali modifiche alle aliquote IRPEF per i redditi da lavoro dipendente?
Dal 2025, la riforma IRPEF introdotta nel 2024 viene confermata e resa permanente. Questo significa che gli scaglioni di reddito rimangono invariati, e le aliquote marginali sono state confermate come segue:
- fino a 28.000 €: 23%
- tra 28.001 € e 50.000 €: 35%
- oltre 50.000 €: 43%.
Ci sono novità per le detrazioni sui redditi da lavoro dipendente?
Sì, la detrazione massima per redditi fino a 15.000 € aumenta a 1.955 €.
Per redditi tra 15.001 € e 28.000 €, la detrazione è di 1.910 € con un’ulteriore somma decrescente.
Sopra i 28.000 €, è prevista una detrazione progressivamente ridotta fino a un reddito massimo di 50.000 €.
Cosa succede al trattamento integrativo?
Per i redditi inferiori a 15.000 €, il trattamento integrativo è confermato.
Esistono nuove misure per ridurre il cuneo fiscale?
Sì, sono previste:
- una somma integrativa per redditi fino a 20.000 €, calcolata in percentuale sul reddito, in sostituzione dell’esonero IVS in vigore fino al 31 dicembre 2024. Questa misura sarà di importo variabile tra il 4,8% e il 7,1% del reddito del lavoratore e verrà riconosciuta mensilmente direttamente in busta paga.
- una detrazione aggiuntiva di 1.000 € per redditi tra 20.001 € e 32.000 €, ridotta progressivamente fino a 40.000 €.
Come possono i dipendenti beneficiare di queste misure?
Le novità vengono applicate automaticamente dal sostituto d’imposta.
Non è necessario che i lavoratori facciano esplicita richiesta, salvo richiedere espressamente la non applicazione qualora ritengano di non averne diritto.
Le verifiche finali di spettanza avverranno in sede di conguaglio.
Sono ancora previste esenzioni per i buoni acquisto e per i rimborsi delle utenze domestiche?
Sì, anche per i periodi di imposta 2025-2026 e 2027 è confermato il limite di esenzione di 1.000 euro per
- il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti (c.d. buoni per acquisto di benzina o beni);
- le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche, per l’affitto dell’abitazione principale o per gli interessi sul mutuo relativo all’abitazione principale.
Il limite è innalzato a 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico.
Ci sono novità per quanto riguarda il rimborso delle spese di trasferta?
A partire dal 1° gennaio 2025, le spese di rappresentanza sostenute dai lavoratori in trasferta, per essere considerate deducibili per le imprese e continuare ad essere esenti per il lavoratore, dovranno essere effettuate con strumenti tracciabili (versamenti bancari o postali, carte di debito, credito, prepagate, assegni bancari o circolari).
L’ambito di applicazione della norma riguarda:
- spese di rappresentanza (art. 108, comma 2 del TUIR);
- spese di vitto, alloggio, viaggio e trasporto sostenute per trasferte di dipendenti o lavoratori autonomi (art. 95, comma 3-bis TUIR);
- rimborsi spese per vitto, alloggio e trasporti per lavoro dipendente (art. 51, comma 5 TUIR).
In assenza di pagamenti tracciabili, dunque, le spese sostenute dal lavoratore in trasferta saranno per lui imponibili e non deducibili per il datore di lavoro.
Le novità della Legge di Bilancio 2025 non finiscono qui: nella prossima news parleremo di quelle in materia previdenziale.