YOLO ECONOMY: sai cos’è?

YOLO ECONOMY: sai cos’è?

YOLO ECONOMY: sai cos’è?

I primi nove mesi del 2021 hanno fatto registrare un aumento anomalo delle dimissioni volontarie.

Per rendere l’entità del fenomeno, citando le stime elaborate da Fondazione Studi Consulenti del Lavoro sui dati delle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali,  sono stati infatti «1 milione e 81 mila i lavoratori interessati da almeno una cessazione volontaria del rapporto di lavoro, per cause diverse dal pensionamento: un valore cresciuto del 13,8% rispetto al 2019, quando il dato si attestava a quota 950 mila».

In un contesto economico quale quello italiano si tratta di un fenomeno “curioso”, che ha portato ad analizzare le cause di tale abbandono.

Molteplici sono gli aspetti da considerare, che variano dalla fascia d’età al livello di istruzione e alla qualifica professionale, dal settore in cui il lavoratore opera all’area geografica dove sono avvenute le dimissioni, dalla ripresa del mercato del lavoro che apre a nuove opportunità alla maggiore disponibilità, in quest’ultimo biennio, di sussidi…

Se da un lato l’«identikit del lavoratore dimesso» è «giovane, residente al Nord, a bassa scolarizzazione»:

  • nel 43,2% dei casi un giovane lavoratore (under 35 anni),
  • nel 56,4% dimessosi al Nord,
  • nel 54,5% con un titolo di studio inferiore al diploma superiore,

    dall’altro lato si evidenzia una tendenza in crescita tra i vertici della piramide professionale, registrando un incremento delle dimissioni volontarie in «segmenti tradizionalmente meno interessati dal fenomeno», ovvero adulti, laureati e lavori qualificati.

Va da sé che il fenomeno in termini quantitativi si concentra nei lavori precari e a bassa qualificazione, ma è importante porre attenzione anche ai segmenti dimissionari con un trend significativamente crescente rispetto al periodo pre-pandemico.

E in tutto questo cosa c’entra la YOLO ECONOMY?

Nell’investigare le ragioni alla base di questo inatteso abbandono volontario del lavoro, emerge «un nuovo approccio verso il lavoro, volto a trovare un miglior equilibrio tra “senso” e reddito e tra vita privata e professionale (..)»
Nel nostro Paese, caratterizzato da sempre da un mercato del lavoro rigido, il fenomeno va analizzato e tenuto in considerazione, sebbene non sia paragonabile per dimensioni ed estensione a quanto sta accadendo negli Stati Uniti.

Quel che è certo è che «non è trascurabile l’esistenza di una componente riconducibile a quella che negli Stati Uniti è stata definita Yolo Economy: una sorta di carpe diem generato dalla riscoperta del “si vive una volta sola” (you only live once)».

[Fonte: Fondazione Studi Consulenti del Lavoro – Consiglio Nazionale dell’Ordine]

Questa ricerca di un nuovo equilibrio tra lavoro e vita privata, questa esigenza di una condizione lavorativa sempre più soddisfacente sono campanelli d’allarme per manager delle risorse umane e Direzioni Aziendali.
Diversi sono gli strumenti che si possono mettere in campo per migliorare l’esperienza lavorativa dei nostri collaboratori, per crescere insieme dopo esperienze di forte stress lavorativo quali la pandemia, per affrontare i cambiamenti che ne sono derivati e per riorganizzarsi a vantaggio della forza lavoro e dell’azienda stessa.

Il vero capitale dell’azienda sono le risorse umane!
Noi ci crediamo.
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